Nel dialetto locale è chiamato caseddone ( da casedda che in loco è il trullo). Dunque una grande casedda, con il cono monumentale provvisto di una scala esterna incassata nelle chiancarelle, con cui si risaliva il cono fino al vertice forato per immagazzinare il fieno. Il cambio di destinazione d’uso l’ha trasformato in un appartamento su due livelli, con il piano superiore soppalcato nel grande cono, dove il foro è diventato un efficiente lucernario da cui, stando a letto, sembra di essere proiettati nel folto cielo stellato della Murgia. Il vano al piano terra è la zona giorno, con comodi divani che all’occorrenza possono essere trasformati in letti.

La lamia è una tipica struttura in pietra, qui sulla Murgia dei Trulli diffusa come i trulli. La lamia della masseria è rettangolare, con tetto a due spioventi rivestito dalle chiancarelle, le stesse dei trulli, e da tegole in cotto. Essa è attigua al caseddone ed è costituita da due ambienti interni comunicanti. Uno è la stanza da letto mentre l’altro vano è la zona giorno provvista di un enorme focolare, che un tempo era la cucina. 

Il casolare era il vecchio trullo dove si trasformava il latte in formaggio; il vano è provvisto infatti di un focolare dove le donne producevano i formaggi freschi, tra cui la ricotta che poteva essere di capra o di bovino o mista; i formaggi da stagionare venivano appesi alla lunga trave lignea, ancora esistente, alloggiata diametralmente nella volta conica. Ora il casolare è la reception dell’agriturismo, un luogo di accoglienza e di informazioni turistiche, con opuscoli e guide culturali, informazioni e vendita dei prodotti agricoli che l’azienda coltiva. 

Di fianco al casolare c’è il portale d’accesso nella corte del vecchio ovile, cintato da un alto muro a secco. La corte è in parte lastricata con pietre calcaree, e a ridosso delle mura sono piantate una varietà di profumate piante aromatiche, utili in cucina. L’ambiente della cucina, infatti, è stato realizzato in un vecchia stalla, nel trullo che affaccia sull’ovile, affiancato da un altro trullo ora un grande e una comoda toilette, un tempo deposito per attrezzi da lavoro. La cucina è stata arredata in stile contadino, con mobili d’arte povera in legno, con il piano cottura in muratura, e con le tipiche travi di legno sospese in alto nella volta conica, da cui pendono i pomodori dell’orto, le cipolle e gli agli, artisticamente intrecciati. Qui vengono servite squisite colazioni preparate esclusivamente con prodotti biologici e a chilometro zero provenienti dalle vicine aziende zootecniche. La raccolta atmosfera della corte dell’ovile è ideala per organizzare incontri enogastronomici, laboratori e seminari, dedicati all’agro-alimentare biologico. 

Lo spiazzo antistante il prospetto principale della masseria conserva una foggia, un’ampia cisterna che raccoglieva l’acqua dal suolo, convogliata da una naturale pendenza; la stessa acqua si prelevava all’occorrenza con secchi di rame o tramite carrucole posizionale sull’imbocco. Ovviamente l’acqua delle fogge serviva per gli animali, soprattutto, e per l’irrigazione, mentre quella potabile si raccoglieva nelle cisterne domestiche, scavate all’interno dell’abitazione, che raccoglievano l’acqua pulita dai tetti. 

Non distante dalla foggia e in posizione sopraelevata sorge l’aia, ricostruita nell’esatto luogo dov’era quella antica, mantenendo la tipicità della costruzione. Si tratta di pavimento rettangolare di pietre calcaree la cui grandezza un tempo dava le proporzioni delle estensioni dei seminativi. Le aie, infatti, erano i luoghi della trebbiatura dei cereali, grano, farro e orzo, ottenuta con il prezioso lavoro degli animali da soma, qui sulla Murgia in genere buoi podolici, cavalli murgesi e muli. La posizione esposta ai venti facilitava la separazione dei cereali dalla pula. L’aia continua ad essere luogo di lavoro dell’azienda agricola e destinato alla trebbiatura nelle stagioni di raccolta dei legumi, mentre nelle belle serate estive è uno spazio per eventi destinato a serate danzanti, musicali e letterarie; la posizione consente anche interessanti letture della volta celeste.